E’ il terzo giorno di una nuova primavera, è una splendida giornata che si preannuncia calda e luminosa sin dalle prime luci dell’alba, è Domenica, è il giorno ideale per riprendere i lavori al parco di San Vito nell’ambito del Patto di Collaborazione siglato con la Città di Torino.
Nonostante siano ormai quasi due mesi che non piove sulla Città di Torino ed i terreni siano particolarmente compatti ed aridi, le radici di piante, erbe e fiori sono straordinariamente efficaci nel riuscire a trasformare con l’aiuto del sole quella poca umidità ancora presente nello strato superficiale del suolo in nuove espressioni di brillante vitalità.
Ed ecco a voi una prima serie di innumerevoli esempi in cui 1 (acqua) + 1 (luce) non si limitano a dare la loro somma, ma riescono a regalare un vero e proprio spettacolo della natura.
Non si può certo dire che l’erba sia già esageratamente alta da essere fastidiosa, ma visto che il meteo potrebbe essere incurante dei miei ulteriori impegni delle prossime settimane, ho ritenuto opportuno approfittare di queste condizioni ideali per dare al parco della Città di Torino la prima “ripultita” dell’anno.
Dall’intensità del traffico, insolita per le prime ore di una domenica mattina, noto subito come la giornata sia stata considerata ideale anche da tante altre persone per fare un sacco di diverse attività.
Anche il parco si inizia presto ad animare di passanti e visitatori. I primi ad arrivare sono gli amici a 4 zampe con i loro padroni, poi passano gli sportivi, prevalentemente runners e bikers, che progressivamente vengono integrati da camminatori e trekkers di ogni età. Quando il sole è già alto iniziano a fare la loro comparsa a San Vito anche persone più contemplative che si concedono un po’ di tempo seduti su una panchina per prendere il sole, leggere qualche pagina di un libro o semplicemente osservare dall’alto la Città di Torino incorniciata dalla sua imponente corona di montagne sullo sfondo. Con l’avvicinarsi dell’ora di pranzo diversi teli iniziano ad essere stesi sui prati appena rasati (e profumati di fieno!) che costituiscono la base per il picnic di famiglie con bambini, coppiette e gruppetti di amici. Mi raggiungono anche Maya e la mamma e tutti insieme, dopo aver parcheggiato il trattore nei pressi di uno splendido faggio rosso ancora senza foglie ci sdraiamo sui nostri teli per godere del nostro pranzetto e di quella giornata speciale all’aria aperta.
Maya durante il pranzo riesce anche a far colpo su Rocco: un curioso ed irruente cucciolone di bulldog nero il quale dopo averla festeggiata, annusata e leccata ha pensato bene di strapparle letteralmente di mano il suo panino semidolce al prosciutto! Vista l’esperienza, subita con ben due panini, Maya ha saggiamente deciso di rifugiarsi sul trattore per godere in pace almeno del suo preziosissimo ovetto di cioccolato! L’ho raggiunta anch’io e dopo aver gustato tutto il suo ovetto e gioito di una sorpresa colorata insieme abbiamo riavviato il trattore per proseguire con il taglio dell’erba nella parte bassa del parco. Il rumore del motore rovinava un po’ la pace del momento, ma supero presto l’imbarazzo dato che quell’area di parco, per quanto a mio avviso ancora più bella e variegata dal punto di vista paesaggistico, è decisamente meno frequentata, probabilmente perché è un po’ più scoscesa e “scomoda”.
Maya si diverte come se fosse sulle giostre e dopo un po’ di passate avanti e indietro anche lei inizia ad apprezzare l’effetto delle geometrie parallele ed ordinate che ne conseguono… Ma “ogni gioco è bello quando dura poco” e la regola non fa eccezioni nemmeno sul trattore tanto che Maya dopo una dozzina di file parallele torna dalla mamma al campo base per dedicarsi alla bicicletta ed all’esplorazione dei piani alti del Parco di San Vito. A me invece il gioco continua a piacere, anzi facendosi un po' più duro ci prendo ancora più gusto!
E’ ormai tardo pomeriggio quando ho completato il "grosso" anche della zona bassa. Torno alla “base” per armarmi di decespugliatore e rifinire il lavoro nei punti più ripidi, nei pressi di panchine, attorno ad alberi e cestini dell’immondizia. Cambia l’intensità del rumore e la sua frequenza, ma lo faccio durare poco, sicuramente meno del necessario. C’è così tanta gente che potrebbe sembrare di essere al Parco del Valentino. Per oggi basta rumore: è tutto fin troppo bello ed a me brillano gli occhi dalla gioia!
Con Maya e la mamma ci diamo appuntamento a casa per una bella doccia.
Nel viaggio di ritorno devo nuovamente attraversare un tratto semicentrale della città ed essendo ormai vicina l’ora dell’aperitivo c’è gran traffico ed un sacco di gente in giro profumata e vestita da festa. Per la seconda volta nella giornata mi sento fuori luogo, mi pare di disturbare, mi vergogno di essere sporco e profumato esclusivamente di un mix di polvere, gasolio e miscela ed abbasso lo sguardo ad ogni semaforo.
Su corso Casale si viaggia a passo d’uomo, per fortuna non per colpa mia, ma per l’intensità del traffico ed in un tratto dove la strada si fa più larga mi affianca uno che mi urla ridendo: “Tu ed il tuo trattore caricate più di chiunque altro!” Scoppio a ridere anch’io!
A conclusione della storia di questa intensa domenica di inizio primavera mi piace evidenziare che anche la Città di Torino, da quando abbiamo siglato il nostro patto di collaborazione nell’ambito del Regolamento dei Beni Comuni si è data un gran da fare. L’anno scorso ha trovato i fondi per gestire al Parco di San Vito alcuni interventi di manutenzione straordinaria ed anche al verde verticale è stata data un’aggiustata. A tutte le panchine sono state sostituite le assi rotte o mancanti ed è stata data una mano di vernice. L’Amiat ha sostituito i cestini dell’immondizia divelti o piegati e quest’inverno ha trovato le risorse anche per far passare un paio di volte con un soffiatore per ripulire i viali dalle foglie cadute.
La frequentazione del Parco di domenica è stata sicuramente straordinaria e conseguenza di un insieme di combinazioni e non certo di un banale taglio dell’erba, ma sentendo chi abita in zona ed il Parco lo frequenta tutti i giorni si è avuta la percezione che non solo sia enormemente aumentato il numero di visitatori e frequentatori, ma sia anche aumentato l’apprezzamento e migliorato il rispetto che questi dimostrano verso il bene comune.
1 (Pubblico) + 1 (Privato) credo che in questo caso non abbiano semplicemente rimesso in ordine un piccolo parco ai bordi della Città, ma hanno interrotto un circolo vizioso di sfiducia e malcontento innescandone per contro uno virtuoso capace di attrarre belle persone e moltiplicare, con l’esempio, semplici cittadini orgogliosi di sentirsi tali.
Per chi desiderasse approfondire le tematiche del Regolamento dei Beni Comuni e spaziare con la fantasia questo il link della Città di Torino http://www.comune.torino.it/benicomuni/cosa_sono/index.shtml
Questo invece il link della prima piacevole sorpresa vissuta più o meno un anno fa https://www.studiofabbromartini.it/visione-dinsieme/2294/