Dopo una dura levata di scudi da parte dei gestori degli impianti di distribuzione di carburante a due giorni dall’entrata in vigore del nuovo sistema di fatturazione elettronica per l’acquisto di carburanti per autotrazione è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il provvedimento d’urgenza con il quale le nuove modalità di documentazione degli acquisti vengono prorogate al 1° gennaio 2019.
Il neo governo ha preso atto che il Paese non è ancora pronto a sì tanta innovazione tecnologica ed è quindi intervenuto d’urgenza inserendo la proroga in un Decreto Legge. Sebbene quindi possa continuare ad essere utilizzata la vecchia scheda carburante è bene precisare che ai fini della deducibilità del costo e della detraibilità dell’IVA da domani 1° luglio i pagamenti dovranno essere tracciati. In tale ambito l’uso del denaro contante non è stato prorogato.
La notizia è finita qui e domani sarà già superata. Quelle che seguono sono poche righe di approfondimento e di commento da semplice cittadino addetto ai lavori.
Di fattura elettronica se ne parla da diversi anni e precisamente dal dicembre 2001 quando a livello Comunitario veniva approvata una Direttiva recepita in Italia nel 2004 con il fine di semplificare, modernizzare e armonizzare le modalità di fatturazione previste in materia di imposta sul valore aggiunto. In Italia però la fattura elettronica è concretamente comparsa solo nel 2007 con la Legge 244. All’epoca era stato da pochi anni approvato il tanto innovativo quanto ambizioso “codice dell’amministrazione digitale” con il quale si intendeva dotare innanzitutto la grande macchina dell’amministrazione pubblica di sistemi e procedure al passo con l’evoluzione tecnologica, capaci di garantire maggiore trasparenza, sicurezza ed efficienza nella gestione dei denari collettivi e nell’erogazione dei servizi ai cittadini. In tale contesto la pubblica amministrazione (comprese quella rappresentata da minuscole entità) ha dimostrato di credere in questo genere di innovazione adottando dal 2015 la fattura elettronica come unico sistema valido per acquisire e gestire i documenti giustificativi dei beni e dei servizi da essa acquistati. Oltre al mondo della pubblica amministrazione ed ai soggetti ad essa riconducibili ovviamente hanno incominciato ad avere a che fare con il nuovo strumento anche tutte le imprese ed i lavoratori autonomi che hanno prestato servizio a loro favore.
Purtroppo ho terminato l’incarico di revisione in un piccolo Comune poco prima che venisse reso obbligatorio l’utilizzo della fattura elettronica e quindi non ho potuto osservare e capire "da dentro" gli auspicati effetti positivi derivanti dall’adozione di tali nuove procedure, ma ricordo molto bene le ansie e le preoccupazioni del personale amministrativo dell’ente locale. Professionalmente invece ci è capitato molto spesso di emettere fatture elettroniche per i nostri clienti che occasionalmente hanno avuto “l’opportunità” di lavorare con le amministrazioni pubbliche. Finora per tali casi non possiamo dire che la nostra esperienza sia stata positiva. In termini di lavoro infatti solo il sistema di emissione e trasmissione della fattura è elettronico mentre il resto dell’attività (stampa, archiviazione, contabilizzazione) vengono fatte con i tradizionali metodi analogici. Quando la nostra casa di software (che non è di certo l’ultima in Italia) ci darà la possibilità di importare automaticamente e sistematicamente i dati della registrazione contabile dalla fattura emessa o ricevuta elettronicamente di sicuro le cose cambieranno anche se poi temo che ci faremo scrupolo di verificare il dato importato e di comprenderne il suo significato. Bisogna anche aggiungere che, almeno per il momento, la predisposizione di una fattura elettronica richiede una buona dose di attento lavoro manuale che spesso, sempre nell’ambito del nostro piccolo orticello, ci è sembrato essere superiore all’emissione di una fattura “tradizionale”.
Quindi per il momento, senza considerare lo sforzo necessario per imparare ad utilizzare i nuovi strumenti, mi limito a constatare che l’utilizzo occasionale della fatturazione elettronica non ha portato i benefici annunciati di efficienza e velocità di gestione dei processi, risparmi di tempo, di carta e di spazio fisico di archiviazione.
L’idea di estendere l’utilizzo della fattura elettronica dal primo gennaio 2019 a tutte le transazioni B2B credo sia la logica conseguenza del percorso avviato e sono convinto che attraverso la sua adozione massiva, non solo gli operatori acquisiranno maggior dimestichezza con gli strumenti ad essa collegati, ma si creeranno anche le condizioni perché tutto il sistema si metta in moto e tutti insieme ci si inizi ad ingegnare per adattare ed all'occorrenza modificare i processi di lavoro consolidati da decenni di pratica.
Temo invece che l’introduzione anticipata della fatturazione elettronica per giustificare l’acquisto di carburanti sia stata guidata non tanto da una approfondita e sensata scaletta delle tappe intermedie del lungimirante ed ambizioso percorso quanto piuttosto da una mera esigenza di cassa. Da tale provvedimento si era infatti ipotizzato di alimentare le entrate derivanti dalla lotta all’evasione, ma al solito chi ha stimato tale gettito ha fatto i conti senza l'oste: non solo non ha minimamente considerato i costi che vengono addossati al Paese ogni qualvolta che vengono introdotte nuove leggi a cui sono collegati nuovi adempimenti, specie se epocali come quello in argomento, ma non aveva nemmeno minimamente compreso il livello di stato avanzamento lavori dei propri tecnici. Nel caso di specie infatti sono operativamente mancate le condizioni per poter dare seguito a questa piccola rivoluzione. Le indicazioni operative e le specifiche tecniche per l’emissione e la ricezione delle fatture elettroniche sono intatti state diffuse appena due mesi fa con il Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 30 aprile 2018 ed il portale della Agenzia delle Entrate è stato abilitato solo un paio di settimane fa alla generazione dei QR-Code dei titolari di partita Iva attraverso la cui lettura ottica i gestori dei distributori di carburante avrebbero dovuto essere in grado di acquisire tutte le informazioni necessarie per consentire la predisposizione, l’invio e la trasmissione della fattura elettronica.
Ma per fare tutto questo che, a parole, può apparire relativamente semplice le case di software avrebbero ancora dovuto sviluppare programmi in grado di far dialogare il gestionale del distributore con quello del lettore ottico di nuova installazione che, insieme, avrebbero dovuto essere capaci di elaborare la fattura e dialogare con il Sistema di Interscambio. A questo si sarebbe dovuto ovviamente considerare il tempo necessario per installare fisicamente le nuove apparecchiature hardware nei distributori e quello necessario perché il gestore potesse apprendere le nozioni base per “sopravvivere” nel nuovo mondo.
Ora che il nostro legislatore ha maturato la consapevolezza che il Paese non ce l’avrebbe fatta nonostante la buona volontà credo sia importante che faccia un altro sforzo per evitare che fra qualche mese ci si trovi nella medesima condizione di quest'ultima settimana. Dovrebbe coinvolgere e sensibilizzare non solo gli oltre 6 Milioni di partite iva attive con l'ennesima dose di bastone, ma tutti gli italiani affinché possano convincersi che dall’utilizzo della fattura elettronica del caso in esame ma più in generale delle più evolute tecnologie si potranno trarre benefici sia individuali che collettivi a condizione che tutti si facciano parte attiva. Ma per convincere gli italiani a darsi da fare e per far sì che la vita di tutti i giorni e non solo il pieno di carburante possa farsi veramente un po' più "easy" sarebbe forse sufficiente avere una visione che vada oltre il semestre, raccontarla come si deve e perseguirla con coerenza giorno dopo giorno.