Capacità contributiva e progressività sono i due cardini costituzionali che regolano il dovere di partecipare, pagando, alla spesa necessaria per il nostro vivere collettivo. Questi criteri “operativi” sottostanno però al più ampio principio costituzionale che punta a tutelare la dignità della persona, a stimolare la solidarietà fra cittadini ed a garantire l’equità fra loro e nel rapporto con lo Stato stesso. Cerchiamo di capire meglio…
Alla base di ogni imposizione ci deve essere una qualche forma di capacità contributiva rappresentata da uno stato di fatto, da un’attività o da qualche altro atto in grado di generare effetti economici anche solo potenziali: non si può tassare qualcuno in ragione dei propri orientamenti politici, ideologici o ancor più banalmente perchè magari ha le lentiggini o porta gli occhiali…Il presupposto di qualsiasi imposta deve quindi avere natura economica (reddito, patrimonio, consumo…), ma l’imposizione deve essere tale da garantire il minimo indispensabile per vivere dignitosamente e pertanto in alcuni casi una certa qual capacità economica potrebbe non manifestare altrettanta capacità contributiva.
La progressività è il meccanismo tramite il quale chi ha di più contribuisce alla spesa pubblica in modo più che proporzionale rispetto a chi ha di meno e si traduce operativamente nella previsione di aliquote fiscali crescenti al crescere degli scaglioni di reddito imponibile, del grado di “raffinatezza” dei consumi necessari per sopravvivere e dell’aumento del patrimonio. Questo sistema dovrebbe garantire, almeno sulla carta, un prelievo equo in cui il “sacrificio” derivante dal privarsi di una parte di ciò che appartiene alla singola persona sia simile a prescindere dall’ammontare di ricchezza di cui questa possa disporre.
Questo però non significa che si possano prevedere prelievi esagerati tali da sottrarre la quasi totalità della ricchezza nei confronti dei più benestanti perché si rischierebbe di svilire il dovere di impegnarsi e l’ambizione di fare bene per migliorare la propria condizione, contribuendo contestualmente, con il lavoro quotidiano, a far progredire economicamente, ma anche culturalmente e spiritualmente la nostra Repubblica.