Nei primi anni di pratica, frequentando l’Ordine dei Dottori Commercialisti, credo di aver ricevuto una sorta di lavaggio del cervello da parte dell’allora Presidente Aldo Milanese. Ogni volta che noi aspiranti Commercialisti ci ritrovavamo per imparare dai colleghi più anziani ed esperti in quella che lui amava definire come la nostra “seconda casa” non perdeva occasione per ribadirci che dovevamo impegnarci per essere PROTAGONISTI DEL CAMBIAMENTO.
Da allora ho scoperto di avere la fortuna di fare un mestiere che ci offre l'opportunità di poter esplorare il mondo da un punto di osservazione privilegiato e poco per volta ho iniziato a coltivare l'ambizione di poter condizionare positivamente quantomeno quella piccola parte di esso in cui viviamo. Siamo convinti che la tecnica della professione possa generare risultati diversi a seconda del fine e della visione con cui viene applicata e che il Professionista non sia nient’altro che un buon cittadino che, nel suo piccolo, esercita un servizio di pubblica utilità.
Così nel nostro Studio tutto parte dai piccoli gesti come quello di abbassare i termosifoni il venerdì sera dei mesi più freddi, di raccogliere e riutilizzare i fogli che per qualche motivo non stampiamo fronte e retro, di fare una bella raccolta differenziata, di utilizzare solo energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, di ritrovarsi al mattino in tre per venire in città con un’auto sola o di utilizzare i mezzi pubblici, il car sharing, la bici o il monopattino per gli spostamenti brevi.
Ci continuiamo ad entusiasmare nell’aderire all’iniziativa, avviata nel 2017 dall’Ordine di Torino, in collaborazione con il Provveditorato degli studi, di andare a presentare ai bimbi di quarta e quinta elementare di Città e Provincia i rudimenti del nostro sistema fiscale ed i principi fondamentali che stanno alla base del nostro vivere collettivo.
In quest’ottica, per ben 5 anni dal 2017 al 2021, nell’ambito dell’innovativo Regolamento per la tutela e la cura dei beni comuni, ci siamo presi cura insieme alla alla Città di Torino e ad un muscoloso piccolo trattore di buona parte degli oltre 5 ettari del PARCO DI SAN VITO. Il semplice taglio dell’erba con una certa frequenza e costanza, dopo tanti anni di semplice brucare di pecore e mucche, ha riportato bambini, genitori, giovani e meno giovani, bikers, innamorati e tanti altri a riscoprire nuovamente un piccolo angolo di paradiso a due passi dalla città.
Dopo che la Città ha nuovamente preso consapevolezza della bellezza di quel parco e recuperato qualche risorsa per prendersene cura abbiamo pensato di dedicare un po' del nostro tempo libero per dedicarci ad un territorio meno appariscente ma forse ancor più desolato ed abbandonato da ormai troppi anni. Ci siamo infatti innamorati della borgata di DESERTES sotto le pendici del monte Chaberton. Una borgata ed una comunità che sono state Comune d'Italia fino agli anni 30 del secolo scorso, ma che nei primi anni di boom economico è stata completamente abbandonata. Quel territorio molto severo e ripido un tempo era considerato il granaio dell'alta Val di Susa perché, nonostante la quota relativamente elevata, la sua esposizione baciata dal sole, favoriva la maturazione delle sementi di ogni tipo di frumento. I fertili campi di un tempo si sono inselvatichiti, molte delle vecchie mulattiere che collegavano le comunità di quel versante di montagna si sono perse...ci ha fatto tanto piacere affiancare Netu, l'ultimo vero "custode" di Desertes, per riscoprire quello che è stato di quel luogo e per cercare di prendercene nuovamente un po' cura.
NEL NOSTRO PICCOLO CE LA METTIAMO TUTTA!