In occasione del nostro decimo anniversario di matrimonio abbiamo deciso di concederci qualche giorno di vacanza a cavallo della settimana di Carnevale per andare alla scoperta di Helsinki e di un angolo della gelida e selvaggia Lapponia finlandese.
Abbiamo scelto simbolicamente di andare dalla parte diametralmente opposta a quella che avevamo esplorato, in minima parte, durante la nostra luna di miele scoprendo, a posteriori, che gli opposti si attraggono, si completano ed hanno molte più cose in comune di quanto si possa immaginare.
Durante questi giorni, complice anche il clima severissimo del circolo polare artico e l’influenza più forte mai avuta in 9 anni dalla nostra piccola Maya, ho avuto modo di leggere e apprezzare il libro che il Cavalier Eugenio Garelli mi aveva portato in dono, per pura combinazione, qualche giorno prima della nostra partenza.
E’ una sorta di autobiografia di un uomo classe 1934 che, da padre e da nonno, ha sentito il desiderio di mettere per iscritto le origini della sua famiglia, di quella della “attraente ragazza sarda” che, a un certo punto della sua vita, ha avuto la fortuna di incontrare e prendere in sposa, ed infine della sua vita da imprenditore.
Storie di impresa e di famiglia si intrecciano e si mescolano in una vita intensa e profumata respirata a pieni polmoni ma che si percepisce leggendo essere stata vissuta tutta di un fiato. Solo il riposo forzato imposto dal Covid gli ha infatti dato il tempo e l’occasione di mettere un po’ di ordine tra i suoi ricordi…
Con la stessa foga ho divorato quei brevi capitoli intervallati da immagini e fotografie che abbracciano un intero secolo di storia, di cambiamenti socio culturali non solo del nostro Paese, ma di gran parte di un mondo che Eugenio Garelli ha avuto l’opportunità e la fame di vivere e scoprire.
Non mi sarà possibile riassumere la sua storia in poche righe e non avrebbe nemmeno senso, ma in questo breve spazio desidero porre l’accento su cosa mi ha colpito e mi ha insegnato nella speranza che possa a sua volta essere di stimolo e riflessione.
PARTIAMO DAL FONDO
Eugenio Garelli ha ricevuto nel 1996 l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica per una vita di intraprendenza, di impegno, di decisioni prese, di rischi assunti, di paure affrontate e superate, di lavoro e di sacrifici, ma anche e soprattutto per essere stata una storia di traguardi raggiunti e di successi conseguiti.
Allo stesso modo sono frutto dei suoi successi tutti i premi e i riconoscimenti ricevuti da terze imprese, compagnie aeree in primis, e dalle delegazioni degli affari esteri di svariati altri Paesi sparsi per il mondo.
LE ORIGINI
Ma cosa ha alimentato tanto successo?
Nel 1945 dalle campagne di origine raggiungere quotidianamente Asti con i mezzi e le condizioni dell'epoca era impossibile e così, per proseguire gli studi, l’unica soluzione rimaneva quella di trasferirsi stabilmente nel capoluogo dove c’erano le scuole di ordine superiore. Non deve essere stato facile vivere lontani da casa da settembre a giugno intervallati solo da un paio di settimane a Natale e pochi giorni a Pasqua. Quel ragazzino deve senz’altro aver anche sofferto ad iniziare un percorso di studi per diventare maestro che non sentiva suo, ma ebbe il coraggio di chiedere al padre di cambiare scuola con il rammarico di aver perso un anno. Fu così che iniziò a frequentare le scuole di ragioneria, ma nuovamente più per indicazione del padre che per sua volontà.
La nuova scuola aveva fama di essere ancora più impegnativa e severa della prima, ma dopo un paio d’anni di ambientamento e di maggior maturità e consapevolezza è venuta fuori la voglia di riscatto del ragazzo diventato uomo. E’ infatti riuscito a recuperare l’anno perso studiando tutta l’estate per dare l’esame per essere ammesso alla quinta superiore passando direttamente dalla terza. Lo superò con stupore di tutti, professori compresi.
Il resto dei successi è stato conseguito più o meno allo stesso modo e quindi sempre con tanto lavoro, ma più curiosando in giro e cogliendo le opportunità che si presentavano piuttosto che inseguendo sogni…
E così colui che sognava di diventare pilota di areoplani in America si è trovato a tenere la contabilità di un’agenzia di Torino dell’allora famosissima Wagons-Lits, società caratterizzata da trasporti ferroviari internazionali, di lusso e di lunga o lunghissima percorrenza.
Superato il periodo di prova da “ragioniere puro” è stato confermato in “pianta stabile”, ma con l’incarico di occuparsi anche della vendita e dello sviluppo di questi viaggi d’altri tempi.
L’ambizione gli ha fatto fin da subito rinunciare ad uno stipendio fisso più alto per uno variabile a provvigioni.
Negli anni a seguire è arrivato ad un punto in cui la sua retribuzione era più elevata di quella del direttore generale che gliela dovette necessariamente calmierare!
IL SENSO DEGLI AFFARI E IL DOPPIO LAVORO
In quegli anni da dipendente ha intuizioni e determinazione nel cercare di sviluppare in Italia nuove soluzioni per l’ospitalità temporanea per necessità lavorative o di studio, ma comunque diverse da quelle di piacere e turismo per cui la formula alberghiera andava alla grande. Radunò diversi soci investitori convincendoli della bontà della formula “Residence” che all’epoca non esisteva in Italia.
Ne costruirono/trasformarono ben quattro, con diversi soci, ma lui si prese l’onere della gestione insieme alla sua giovane ed entusiasta signora.
Le relazioni con il mondo imprenditoriale e professionale di una Torino all’epoca frizzante e in piena espansione, acquisite grazie alla Wagon-Lits, contribuirono senz’altro ad avere un tasso annuo di occupazione di quei circa 400 mini alloggi con angolo cottura prossimo al 100% e questo fu un primo successo imprenditoriale di famiglia.
In quella fortunata epoca di rapidissimo sviluppo economico post bellico e di trasformazione dell’intera società ebbe la capacità, grazie alle origini sarde della sua signora e alla sua visione internazionale, di intuire le potenzialità turistiche di alcuni di quei magnifici tratti di costa dell’isola, all’epoca ancora vergini. Terre brulle e aride in prossimità del mare, poco apprezzate da chi le possedeva e le doveva sfruttare per la pastorizia o l’agricoltura, ma potenzialmente molto interessanti per un mercato turistico che stava per nascere.
Questa asimmetria informativa portò sicuramente alla conclusione di qualche buon affare anche in campo immobiliare.
Per costruire e gestire un intero complesso turistico ricettivo in Sardegna vivendo e lavorando a tempo pieno a Torino probabilmente occorreva ben di più di una semplice intuizione di cosa sarebbe piaciuto da lì a pochi anni e soprattutto di una società “signorile” che stava diventando sempre più di massa! E questo fu un secondo successo imprenditoriale famigliare che sposava nel vero senso della parola forza e conoscenze di due culture, due tradizioni, due famiglie che avevano avuto il coraggio di guardare avanti, di rischiare, ribellandosi al detto popolare “Mogli e buoi dei paesi tuoi”.
ESPERIENZA E RELAZIONI
Una nuova opportunità di sviluppo ed ampliamento della sua carriera si presentò nel 1972 per voce di un certo Franco Rosso titolare di una semplice agenzia di viaggi che Garelli conosceva appena. Era l’epoca in cui stavano nascendo i primi viaggi safari in Kenya e in altre parti dell’Africa e gli propose di fondare un vero e proprio Tour Operator orientato ad un turismo di portata internazionale.
L’incarico di Garelli sarebbe stato di sviluppare tutta l’offerta intercontinentale.
Con un certo disappunto della sua Signora Garelli accettò l’offerta e divenne socio della costituenda Francorosso International rinunciando alla posizione molto ben retribuita di vice direttore di un colosso internazionale come la Wagons Lits.
La fama che acquisì la Francorosso nell’ambito dei viaggi internazionali volti alla scoperta delle tradizioni e degli stili di vita dei vari Paesi, in un contesto confortevole e di alta qualità è storia relativamente recente che molti potranno ricordare per aver vissuto in prima persona o quanto meno sentito dire.
Quell’opportunità si presentò sicuramente grazie alle relazioni che Garelli aveva maturato nell’ambito della sua carriera da dipendente e probabilmente il successo che conseguì all’iniziativa almeno in parte all’esperienza ed alle conoscenze organizzative acquisite in passato. Furono ovviamente complici un mercato turistico in continua rapida ascesa, l’apporto degli altri 2 Soci ed un pizzico di fortuna sebbene sia una parola che Garelli menziona raramente nel suo libro.
Dopo 25 anni di espansione della Francorosso, la società era entrata nel mirino di due gruppi finanziariamente molto più grossi: quello della IFIL a cui facevano riferimento Alpitour e Ventana Viaggi e quello di Banca SanPaolo che deteneva quote rilevanti in Valtur e ClubMed. A seguito di divergenze di vedute con i soci Rosso, che detenevano la maggioranza del capitale sociale, Garelli vendette la sua quota di partecipazione all’IFIL sebbene, per un diritto di veto previsto statutariamente fin dalla sua costituzione, avrebbe potuto opporsi. La decisione di ritirarsi e di non tornare a fare il dipendente a 63 anni fu presa a livello di famiglia con il coinvolgimento non più solo dell’attraente ragazza sarda, ma anche dell’unico figlio divenuto anche lui uomo.
LE REGOLE E GLI INSEGNAMENTI GARELLI
Nel corso della sua carriera imprenditoriale Garelli rifiutò diverse opportunità che gli si presentarono così come partecipò a diverse altre iniziative, anche in settori che non avevano una stretta correlazione con il suo core business.
Fu per esempio coinvolto nella produzione e vendita di Rabarbaro (il Rabarmasino) a cui affiancò quella di vini, spumanti, vermouth e altri liquori, fu promotore della coltivazione di pioppelle geneticamente modificate grazie alla conoscenza di un ricercatore americano incontrato durante il suo viaggio di nozze in Israele. E poi partecipò ad iniziative più afferenti, ma con soci di Paesi lontani nella gestione di una piccola compagnia aerea per voli interni in Africa, nella realizzazione di villaggi turistici alle Maldive.
Le iniziative perseguite non andarono sempre bene, il più delle volte per divergenza di vedute con i soci o più semplicemente per non aver trovato le persone giuste. Ciascuna fu comunque gestita senza scomporsi e sicuramente regalò un bel bagaglio di preziosi insegnamenti.
Alla luce delle esperienze maturate in oltre un secolo di vita famigliare ed imprenditoriale (a quelle vissute direttamente Garelli ne racconta anche alcune del padre, commerciante di legname, produttore di vino, “conciliatore” e collaboratore indipendente e di fiducia di alcune banche) potremmo ricavare un piccolo manuale di vere e proprie regole di comportamento imprenditoriale.
In questo teorico manuale sarebbero senz’altro presenti i seguenti elementi:
- Riservatezza e basso profilo
- Indipendenza
- Determinazione (mai arrendersi)
- Sapersi adattare onestamente (e più velocemente possibile) ad ogni sorpresa che la vita ci riserva
- Gratitudine e riconoscenza
- Sostanza e qualità
- Rispetto per la tradizione, ma apertura totale alla “modernità” e all’innovazione
- Guardare sempre avanti
DUE ULTIME CURIOSITA’
Il giardiniere che è in me è stato particolarmente colpito nel leggere che gli atolli delle Maldive, sebbene verdi e lussureggianti, erano originariamente molto poveri, se non del tutto privi, di fiori. Nelle isole in cui Garelli mise piede desiderò portare un po’ della bellezza, del colore e del profumo di queste leggere e passeggere corolle.
L’altra cosa che mi ha colpito dal primo momento che ho preso in mano il libro è stata la sua consistenza intesa come vero e proprio peso specifico, forma e dimensioni. Mia moglie nel vedermelo tirar fuori sull’aereo è rimasta ancora più impressionata e mi ha chiesto se non avessi avuto qualcosa di un po' più snello dell’equivalente di un secondo PC portatile da portare con me!
La copertina è robusta e rigida di color blu scuro, custode di pagine compatte e lisce di carta patinata capaci di riprodurre con più alta qualità le immagini a colori di una vita intera.
I contenuti sono stati scritti a caratteri grandi ma con interlinea stretto. I capitoli si susseguono uno dietro l’altro senza salto di pagina, intervallati da un breve titolo in stampatello a caratteri decisamente più grandi in cui emergono solo alcune parole in grassetto.
Sensibilità e coerenza potrebbero costituire altri due elementi da aggiungere all’ipotetico manuale di cui parlavamo prima!