BONUS PUBBLICITA’

Il mio giudizio potrebbe non essere del tutto oggettivo perché sono cresciuto a pane e pubblicità, ma ritengo che la recente previsione di incentivare con un credito d’imposta gli investimenti incrementali in campagne pubblicitarie costituisca un’opportunità da cogliere al volo e da cercare di capitalizzare per il futuro.

Occasione soprattutto per quei soggetti di minori dimensioni o con budget da investire in comunicazione estremamente contenuti che finora non hanno mai considerato l’utilizzo di media diversi da quelli digital. Un’ottima chance quindi per piccole e medie imprese e quegli artigiani che intendano promuovere prodotti e servizi curati ed innovativi, opportunità per il mondo e-commerce che sta approcciando l’omnicanalità per sensibilizzare persone ancora poco digital, novità assoluta per i professionisti del terzo millennio che oseranno comunicare senza “urlare” le proprie competenze ed in generale occasione per richiamare l’attenzione del mondo al nostro Bel Paese e per rafforzare il brand “Made in Italy”.

Mancano ancora i decreti attuativi che disciplinino nel dettaglio le modalità per fruire dell’aiuto di Stato, ma l’operatività delle previsioni contenute nell’articolo 57bis del DL 50 del 24/4/2017 introdotto dalla relativa Legge di conversione (L. 96 del 21/6/17) è stata anticipata già alle spese incrementali sostenute nel secondo semestre 2017 (dal 24 giugno per precisione). Per il momento sappiamo solo che sono agevolate le spese in campagne pubblicitarie veicolate per il tramite di stampa quotidiana e periodica, anche on line, e, dal 2018, anche attraverso emittenti televisive e radiofoniche locali, analogiche e digitali, purché il loro valore superi di almeno l’1% quello di analoghi investimenti compiuti sui medesimi media l’anno precedente.

L’agevolazione consiste nel poter recuperare sotto forma di credito di imposta il 75% (90% per PMI e Startup Innovative) delle spese incrementali sostenute. Tale credito potrà essere esclusivamente utilizzato, presumibilmente a decorrere dall’anno successivo a quello in cui è maturato il contributo in conto esercizio, in compensazione per il pagamento di ritenute e contributi di dipendenti e collaboratori, dell’IVA o di qualsiasi altro genere di imposta liquidabile tramite F24.

Analoga modalità per il riconoscimento del contributo è già stata sperimentata da alcuni anni per la liquidazione del credito per investimenti in ricerca e sviluppo di cui all’articolo 3 del DL 145/2013. E’ molto interessante per le imprese che sono sane (in utile ed a debito di IVA e/o imposte dirette) oppure per quelle che, sebbene in fase di startup, hanno alle proprie dipendenze lavoratori e collaboratori cui pagare ritenute e contributi previdenziali.

L’unica pecca di quest’interessante previsione legislativa è l’ammontare delle risorse stanziate: appena 62,5 Milioni di euro di cui 20 Milioni per il 2017. Se questa nuova forma di incentivazione del settore dell’editoria ha come ulteriore scopo quello di stimolare le partite IVA italiane a comunicare, oltre che a fare, il contributo di cui potrebbero beneficiare in astratto i circa 6,2 Milioni di partite Iva attive è veramente poca cosa.

L’auspicio è che, alla luce anche di questi numeri, gli emanandi regolamenti attuativi non prevedano click day, burocrazia e procedure eccessive tali che la loro semplice comprensione possa paradossalmente assorbire l’intero contributo!

I commenti sono chiusi