Da martedì 18 aprile l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione attraverso il kit di informazioni contenute nel 730 precompilato una parte di tutto quello che conosce di gran parte delle persone fisiche contribuenti di questo Paese. La mole di dati e documenti elaborata dall’anagrafe tributaria per compilare le dichiarazioni dei redditi 2016 quest’anno è arrivata a sfiorare lo stratosferico numero di 900 Milioni (per appena 40,77 Milioni di contribuenti persone fisiche censiti dal MEF nel 2016 per il 2015). L’organizzazione di così tante informazioni che, tra l’altro, non considerano tutta un’ampia serie di informazioni comunque disponibili nella dichiarazione dei redditi, è stata possibile grazie alla potenza ed alla velocità dell’elaborazione elettronica dei dati, ma soprattutto grazie all’enorme e troppo poco apprezzato sforzo compiuto da una vastissima platea di cittadini, di imprese ed organizzazioni private spesso affiancate da un dottore commercialista. A questo proposito ci limitiamo a ricordare solo quei soggetti chiamati quest’anno per la prima volta a fornire nuove ed ulteriori informazioni all’anagrafe tributaria e precisamente: ottici, psicologi, infermieri, ostetriche, tecnici sanitari di radiologia medica e delle strutture autorizzate a fornire servizi sanitari, veterinari ed amministratori di condominio…
La volontà politica dichiarata all’inizio del 2015 quando fu introdotta per la prima volta la dichiarazione precompilata per i redditi 2014 era quella, sicuramente nobile e lodevole, di consentire alla fascia di cittadini più debole e dalle dichiarazioni potenzialmente estremamente semplici un modo "immediato" per adempiere al loro obbligo fiscale nei confronti dello Stato. Sempre secondo le statistiche del MEF nel 2016 sono stati presentati circa 19,76 Milioni di 730 di cui meno del 10% (circa 1,8 Milioni) sono state dichiarazioni precompilate. Queste cresceranno ulteriormente ma temo che non arriveremo mai a raggiungere dei numeri adeguati per giustificare il costo, lo sforzo e l’impegno dimenticato, ma sempre pronto ad essere sanzionato, necessario per l’elaborazione di tali dichiarazioni. I problemi di questo “timido” successo possono essere, in estrema sintesi, correlati ad una:
- ancora troppo diffusa arretratezza informatica (in buona parte credo dovuta all’età mediamente alta del nostro Paese ed alla repulsione all’utilizzo di password, credenziali e piattaforme internet che si evolvono e cambiano veste grafica più velocemente di quanto una persona che vi accede un paio di volta all’anno sia in grado di assimilare);
- complessità normativa tale che anche solo per verificare che quanto pre-compilato sia corretto e coerente con la propria effettiva situazione richiede un livello di conoscenza ed un impegno superiore a quello del cittadino tipo che si vorrebbe agevolare.
Certo è che, anno dopo anno, anche il Grande Fratello Fiscale acquisisce sempre più informazioni che ci riguardano, che caratterizzano la nostra vita, le nostre abitudini, i nostri consumi…anche a voler continuare a credere che gli scopi di questo gran darsi da fare nel raccogliere ed elaborare dati siano quelli nobili sopra enunciati non vorrei che un giorno sia proprio l’Agenzia delle Entrate a "regalarci" una bella sorpresa!