ECONOMIA E FINANZA CONTRO BOMBE E CARRI ARMATI

Sentire la notizia ieri mattina dell’invasione dell’esercito di Putin nei confini dell’Ucraina, dei primi bombardamenti sulla capitale Kiev, vedere nel corso della giornata immagini di cittadini che cercavano di fuggire dal Paese imbottigliandosi in lunghe code di traffico, sentire le urla angosciate di bambini dell’età della nostra Maya al passaggio in volo radente sopra le case dei caccia russi mi hanno fatto stare male.

Sarà stato un caso ma da ieri pomeriggio mi sono sentito le ossa rotte e dopo i classici brividi di freddo mi è venuta la febbre dopo anni in cui, fortunatamente, non sapevo quasi più cosa fosse.

 

Non ho la minima competenza per comprendere le logiche di questa guerra e l’insieme di interessi di carattere globale che l’hanno condizionata e quindi potrei esprimere solo considerazioni scopiazzate o sentite da qualche altra parte. Mi limiterò dunque a mettere in evidenza quello che mi ha colpito e le conseguenze che la mia modestissima esperienza di dottore dell’economia mi consente di immaginare.

 

La prima cosa che mi ha colpito è che questa guerra si stia combattendo in uno stato della nostra civilissima, vecchissima e ricchissima Europa.

E’ una guerra molto vicina.

Mio nonno, classe 1918, è stato in Russia durante la seconda guerra mondiale. Ha avuto la fortuna di non dover sparare nemmeno un colpo e soprattutto di riuscire a tornare a casa. Al contrario di tanti reduci lui è stato sempre molto parco di racconti: quel poco che mi ha raccontato glielo avevo tirato fuori a suon di domande insistenti, ma le sue risposte vaghe ed infastidite hanno presto sopito la mia curiosità di ragazzino adolescente. Si è tenuto tutto dentro perché probabilmente non aveva niente di bello da ricordare ne tanto meno da raccontare.

 

Oggi invece guardiamo la guerra in diretta minuto per minuto. E’ uno spettacolo iniziato con la guerra del Golfo negli anni ’90.

Per ogni video di poco più di un minuto postato su una testata giornalistica, su youtube o su qualche altro sito propostomi apparentemente a caso mi sorbivo 15 secondi di pubblicità…

 

La seconda cosa che mi ha colpito è stata la risposta unanime di Stati Uniti, Regno Unito e Comunità Europea con cui, nel condannare l’iniziativa di Putin, hanno minacciato sanzioni economiche devastanti.

Si parla di:

  • chiudere i sistemi di pagamento a mezzo SWIFT,
  • impedire alle loro imprese la fornitura di semilavorati o componenti tecnologiche utili al sistema produttivo ed all’industria bellica russa (sono un fedele cliente Huawei e ho toccato con mano il disagio che possa essere provocato da questo genere di limitazioni),
  • inserire imprese, banche e persone di rilievo socio economico di nazionalità russa in una sorta di black list con cui poter operare in modo quanto meno limitato.

Si è addirittura accennato ad interrompere i flussi energetici provenienti dalla Russia in un periodo in cui le nostre bollette del riscaldamento sono già più che raddoppiate rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

 

Questo genere di sanzioni sicuramente faranno male anche noi che ci apprestiamo ad imporle, ma si ritiene che nel medio periodo possano penalizzare decisamente di più la già relativamente piccola economia russa.

 

Tutto questo ha avuto un immediato impatto sugli andamenti dei listini di borsa, che in Europa ieri hanno chiuso la giornata con perdite nell’intorno del 4%, ma che a Mosca hanno fatto registrare una perdita di 10 volte superiore con alcuni titoli bancari e di imprese energetiche che hanno addirittura dimezzato in un solo giorno la loro capitalizzazione.

 

Per contro si è registrata sui mercati una nuova impennata dei prezzi del gas, del petrolio, ma anche di mais, grano e svariate altre materie prime.

 

E’ opportuno che la buona ripresa della nostra economia registrata nel corso del 2021 sia mantenuta nel medio periodo. Il nostro Presidente del Consiglio Mario Draghi lo ha ripetuto più volte nelle ultime settimane e questo perché è necessario mantenere un adeguato equilibrio tra PIL ed indebitamento, tra tassi di interesse ed inflazione, tra mercati della finanza ed economia reale e quindi lavoro e consumi per le persone.

L’ulteriore incremento dei prezzi dell’energia e delle materie prime potrebbe condizionare negativamente questo percorso di crescita post pandemia che, tra l’altro, nonostante si preveda la fine dello stato di emergenza, potrebbe non essere del tutto sconfitta.

 

Tradotto in soldoni questo periodo di grandi scossoni può senz’altro riservare delle buone opportunità per commercianti ed investitori, ma amplifica le incertezze verso il futuro e questo per qualsiasi impresa o semplice risparmiatore comporta il rallentamento dei processi decisionali e l’aumento delle risorse (tempo e denaro) destinati a processi non strettamente orientati alla “produzione”.

Nel mio piccolo anche se in questo momento sono a letto con le ossa rotte ho sentito l’esigenza di interrogarmi su cosa stia accadendo e scrivere queste poche righe piuttosto che studiare o cercare comunque di portare avanti qualche pratica da remoto…

 

L’ultima riflessione riguarda il contrasto tra la rapidità con cui Putin è passato dalle parole ai fatti e la relativa lentezza con cui invece il mondo occidentale alimenta il proprio processo decisionale e poi lo metta materialmente in pratica.

Questa apparente lentezza è figlia della democrazia, della libertà di poter esprimere il proprio parere anche se fuori dal coro, da un insieme molto variegato di diversi interessi che si cerca di tutelare e mediare…

Ieri sera mi è anche capitato di ascoltare per caso ed in uno stato un po’ confusionale tratti de “La zanzara”, trasmissione radiofonica di Radio24.   Sebbene non abbia minimamente gradito la conduzione del programma, non avrei mai immaginato di poter sentire le parole, le riflessioni ed i desideri manifestate apertamente dai radioascoltatori in una giornata come quella di ieri…eppure libertà significa anche dare spazio all’italiano che con veemenza bramava ad arruolarsi nell’esercito russo...

 

Lunedì mattina nell’acquistare i fiori per l’ufficio ho scelto un mazzo di tulipani bianco ed uno rosa shocking screziato. Li ho mescolati con i rami di rosmarino e dopo poche ore di tepore sono sbocciati insieme a qualche minuscolo fiorellino azzurro dell’erba aromatica. Mi hanno dato una tale soddisfazione che ho scattato una fotografia per fermare il ricordo di quella piacevole sensazione di freschezza e voglia di primavera.

Abbino quell’immagine a queste riflessioni. Ma senza rosa e senza verde assume un altro significato.

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