FISCO E FUTURO DA INCORNICIARE

Oggi si usa meno, ma un tempo i dipinti più evocativi, le foto più espressive, i diplomi di laurea ed in genere tutte le immagini di un traguardo raggiunto o di un momento significativo della nostra vita, venivano incorniciate per essere esposte, per consentirci, a distanza di tempo, di apprezzare nuovamente l’attimo di quel fotogramma e di condividerlo con qualche Persona a noi cara o importante a vario titolo.

Scrivo questa pagina, probabilmente troppo lunga e confusa, per “incorniciare” gli spunti di riflessione che mi ha offerto lo splendido convegno organizzato da Eutekne per festeggiare il trentesimo anniversario della sua costituzione.

Per parlare di Fisco e Futuro siamo stati ospitati nel nobile e storico teatro Carignano: “cornice” anacronisticamente indovinata! Osservando con emozione quel luogo magico prima che si abbassassero le luci sono stato colpito dall’evidente contrasto tra le poltrone della platea affollata di uditori curiosi ed un po’ frastornati, arrotondate e rivestiste di morbido velluto rigato di porpora, con quelle nere dal taglio moderno e squadrato riservate ai relatori ed agli ospiti delle tavole rotonde. Quella prima impressione è stata poi confermata dal contrasto emerso tra l’altissimo livello dei relatori e le reazioni alle loro parole di una platea abituata ad una realtà ben più sfaccettata e colorata.

A distanza di alcuni giorni devo però riconoscere che l’immagine che mi è rimasta di quel pomeriggio di confronto e contrasto è di un futuro in cui sarebbe opportuno riscoprire il valore della filosofia per evitare di soccombere all’egemonia della tecnologia anche in ambito fiscale. Mi spiego meglio esplodendo alcuni pensieri annotati sul mio taccuino nel buio della sala.

Primo pensiero filosofico: Futuro significa perdere quello che si ha per veder nascere quello che non si ha ancora”   (Haruki Murakami)

In queste ultime settimane dottori commercialisti e milioni di partite iva stanno cercando di approfondire la conoscenza della fattura elettronica, provano ad orientarsi tra le diverse soluzioni software che gli vengono proposte, i più scrupolosi cercano già di impratichirsi con i nuovi strumenti per immaginare come modificare i processi amministrativi e gestionale delle loro attività. Il pensiero di non farsi cogliere impreparati al via di questa nuova rivoluzione copernicana delle attività economiche gestite in Italia ovviamente genera ansia e timori che si aggiungono al frenetico e tutt’altro che semplice tran tran quotidiano.  Per Vincenzo Visco, l’Agenzia delle Entrate e per coloro che alcuni anni fa hanno pensato di renderne obbligatorio l’utilizzo dal 1° gennaio 2019 la fattura elettronica costituisce in prima battuta un modo per provare a recuperare alcuni miliardi di gettito (IVA in primis) che oggi si perde lungo la filiera delle partite iva che creano valore per il consumatore finale. Speriamo che il sistema di interscambio, unico e centralizzato, riesca operativamente a ricevere, processare e smistare l’elefantiaca mole di dati e documenti che gli trasmetteremo…

Secondo pensiero filosofico: Volontà di potenza (Nietzsche)

Non sono sicuro di avere compreso correttamente il pensiero di Dario Deotto quando ha citato Nietzsche e la sua “Volontà di potenza” e quindi mi scuso anticipatamente se, partendo dalla sua citazione, ho interpretato a modo mio.

L’uomo ed, in forma aggregata, le società sono mossi da un incessante desiderio di evoluzione e rinnovamento. Desiderio che deriva dal piacere che si prova nel creare, nell’accrescersi continuamente modificando, perfezionando e sistematicamente distruggendo quanto è stato creato in precedenza.

In un contesto economico globalizzato e sempre più smaterializzato i sistemi fiscali, che già facevano fatica ad individuare il territorio di creazione del valore, ultimamente fanno fatica anche ad individuare il soggetto che lo crea. L’oggetto della prestazione o della compravendita, almeno per il momento, rimane l’unico presupposto ancora evidente dei 3 che costituiscono il fondamento della pretesa impositiva. Fino ad oggi molti dei circa 200 Paesi, Sovrani sul proprio Territorio, hanno cercato di attrarre o quanto meno non disperdere teste e/o braccia creatrici per alimentare quel gettito fiscale necessario per offrire loro infrastrutture e tutti quei servizi che ci si aspetta da un moderno Stato (sociale). Per far sì che la concorrenza tra Stati, almeno dal punto di vista fiscale, non diventi eccessivamente sleale sarebbe opportuno che questi mettessero da parte un po’ della propria volontà di potenza e si limitassero ad imitarsi a vicenda. Al fisco europeo per gestire le presenti e future economie immateriali, impersonali ed aspaziali si chiede quindi di reagire a cosa fanno gli altri grandi Paesi (USA in testa) nell’immediato anche solo copiandoli. Al fisco italiano si chiede inoltre di recuperare credibilità.

 Terzo ed ultimo pensiero filosofico: Tecnica a servizio dell’uomo o uomo al servizio della tecnica?” (Dario Deotto) a cui aggiungo una frase tratta dal primo capitolo di “Psiche e techne. L’uomo nell’età della tecnica” di Umberto Galimberti “Per il fatto che abitiamo un mondo in ogni sua parte tecnicamente organizzato, la tecnica non è più oggetto di una nostra scelta, ma è il nostro ambiente, dove fini e mezzi, scopi e ideazioni, condotte, azioni, passioni, persino sogni e desideri sono tecnicamente articolati ed hanno bisogno della tecnica per esprimersi”

Era la fine degli anni ’90 quando in Italia tutte le dichiarazioni dei redditi hanno iniziato ad essere trasmesse all’Agenzia delle Entrate esclusivamente in formato digitale. L’introduzione di queste nuove modalità avrà senz’altro consentito all’Agenzia di guadagnare tempo nell’elaborazione delle dichiarazioni e di riuscire a destinare qualche risorsa in più a fare controlli un po’ più mirati e tempestivi, ma non sono sicuro che il gettito recuperato sia stato così significativo. Analogamente l’introduzione della fatturazione elettronica continuerà a non essere in alcun modo efficace per recuperare il gettito di coloro che finora non hanno fatto la fattura e molto probabilmente continueranno così anche nel 2019. Tecnica e tecnologia risultano per loro natura prive di scopo, etica e valori, ma non sono neutre. La Persona che impiega la tecnologia conta ancora e mi auguro che possa sempre fare la differenza, ma dobbiamo ammettere che le nostre abitudini, il nostro modo di essere, di relazionarci, di osservare e di giudicare e quindi poco per volta anche valori e sensibilità vengono continuamente condizionati ed alterati dalla tecnica che utilizziamo e dalle sue evoluzioni.

Qualcuno dei relatori ha giustamente suggerito ai massimi vertici di Agenzia e Ministero di affinare bene anche l’algoritmo di elaborazione di tutte le informazioni che presto verranno acquisite dalla banca dati nel rispetto dello sforzo che dovranno gestire milioni di oneste partite iva insieme a loro dottori commercialisti. Implicitamente quel relatore ha voluto ricordare e ribadire a noi tutti di far sì che la tecnica (nostra creazione) in futuro continui a svolgere funzioni a servizio dell’uomo per aumentare le sue libertà, per ridurre i suoi spazi, per migliorare in generale la sua qualità della vita e non viceversa.

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