GIRO SPETTACOLO

Eurovision, il Comitato dei Ministri degli Esteri del Consiglio d’Europa, il Salone del Libro che si è concluso ieri ed il passaggio del Giro d’Italia hanno portato Torino in queste ultime due settimane al centro del Mondo…

In città si è assistito ad una effervescenza internazionale data dalla presenza, dal movimento e dall’incrocio di tante persone, culture, lingue, passioni, interessi, generazioni che ha portato una ventata d’aria fresca in giornate eccezionalmente calde che ha fatto e fa bene alla mente e allo spirito.

Di tutta questa gioiosa frenesia il passaggio del Giro d’Italia per le strade della nostra collina è però stato l’evento che più mi ha colpito e su cui desidero articolare qualche riflessione che, anche se non si direbbe, scoprirete essere in qualche modo relazionata con la professione di colui che di mestiere osserva, misura, rendiconta l’economia ed i comportamenti pubblici e privati della e delle società che popolano ed animano questo piccolo fazzoletto di mondo in cui ci troviamo.

 

UNA PREPARAZIONE STRAORDINARIA

Guardando poca TV ed essendo per molti aspetti un po’ fuori dal mondo c’è mancato poco che scoprissi del passaggio del giro sotto casa il giorno stesso del suo arrivo, ma in compenso avevo notato ed accolto con favore, da diverse settimane tanti fenomeni eccezionali nel tragitto quotidiano casa-ufficio e ritorno.

Per MANO PUBBLICA ho visto:

  • sistemare un marciapiede della strada Sassi Superga di cui ricordo averne commentato la sua prima costruzione quando ero un bambino nei primissimi anni ’80 e poi osservato nei successivi 40 anni il suo inesorabile declino a fronte della totale assenza di manutenzione;
  • costruire muretti contro terra e canali di scolo dell’acqua piovana per evitare il riversarsi di pietre e fango sulla strada nei giorni di piogge torrenziali;
  • riasfaltare parti intere di strada invece che procedere con l’ennesimo rattoppo delle innumerevoli buche;
  • contornare di morbido asfalto tombini e chiusini affioranti che ho sistematicamente scansato con il mio motorino per anni immemori;
  • sfalciare ed in alcuni casi “deforestare” i bordi delle strade con un’ampiezza ed una cura fuori dal comune;
  • spazzare ed aspirare meccanicamente le strade liberando finalmente caditoie e canalette di scolo dai cumoli di foglie stratificatesi in diversi autunni e dalla sabbia ed il sale in diversi inverni;
  • ravvivare la segnaletica orizzontale ormai con una luminosissima vernice bianca, cosparsa di microcristalli catarifrangenti;
  • sostituire, sistemare o semplicemente raddrizzare cartelli stradali piegati dal vento, dagli spazzaneve, da cedimenti del terreno o da chissà qualche incidente.

E la MANO PRIVATA che coordina e gestisce la ciclopica macchina organizzatrice del Giro mi è sembrata uno spettacolo nello spettacolo.

Al mattino, in pochissime ore, le strade rinnovate e ripulite nei giorni precedenti dalla mano pubblica sono state addobbate a festa e messe in sicurezza per chi viaggia veramente forte da quella privata, tanto da renderle completamente nuove ed originali all’occhio di chi le percorre tutti i giorni di tutte le stagioni.

Sono state posizionate decine e decine di chilometri di transenne, di striscioni colorati degli sponsor, di cartelli segnaletici e di spessi adesivi per ricoprire le sempre insidiosissime rotaie dei tram...

Sono stati montati archi, gonfiati palloni, allestiti palchi, servizi, impianti audio ed organizzato un vero e proprio micro villaggio alla partenza e all’arrivo a supporto delle squadre, dei corridori, dei giornalisti, del personale medico ma anche della “testa della corsa”, della regia delle riprese televisive e di chissà quante altre persone che operano dietro le quinte.

 

UNA LUNGHISSIMA ATTESA

Lungo le strade si distribuisce un pubblico eterogeno e variegato in cui si mescolano

  • tifosi ed appassionati che vengono da lontano e che seguono i loro beniamini dall’estero che dipingono le strade con incitamenti a caratteri cubitali;
  • gente comunissima che vive nei dintorni del tracciato e che presa dall’entusiasmo gonfia e appende palloncini alle finestre, espone lenzuola ai balconi, sventola bandiere   in onore del passaggio della maglia rosa;
  • sportivi veri e sportivi da poltrona;
  • lavoratori e pensionati;
  • uomini e donne;
  • anziani;
  • bimbi.

Qualcuno è arrivato addirittura la sera prima per accamparsi ben prima che chiudessero le strade con il suo furgone in uno slargo o in una piazzola, tanti arrivano in bicicletta, tantissimi a piedi. Le zone ombreggiate sono quelle preferite per l’attesa che dura ore.

Lungo quelle strade il pubblico si muove, mangia, beve, chiacchera, dorme, fa amicizia, canta. Qualcuno si è portato la sedia a sdraio, qualcuno il frigo con i ghiaccetti e le birre, qualcuno è a torso nudo, qualcuno si ripara sotto l’ombrello, qualcuno segue la diretta TV dal cellulare, qualcuno ascolta la musica con le cuffiette.

L’attesa per il passaggio dei corridori che durerà nella migliore delle ipotesi qualche minuto e nei punti in discesa appena pochi secondi è lunga, anzi lunghissima ma nonostante il caldo nessuno sbuffa, nessuno è infastidito o addirittura arrabbiato come invece capita se per caso si perde per un soffio un verde al semaforo o si ha un paio di persone davanti in coda dal panettiere o alle poste …

L’attesa non è dunque tempo sprecato, ma un bel tempo che ti regala comunque qualcosa…

Quando le prime moto della polizia incominciano a passare si intuisce che i corridori stanno per arrivare e l’emozione inizia a salire.

Poi passa un’ammiraglia, poi un'altra, poi un triciclo degli organizzatori, poi un’altra moto, poi per un po’ di minuti più nessuno, poi di nuovo alcune moto della polizia più lentamente e più vicine, poi nuovamente più nessuno...

Poi improvvisamente passano a velocità più elevata velocità alcune macchine degli organizzatori, una volante e finalmente l’auto con le bandiere della Testa della Corsa.

Dopo poco finalmente si intravvedono le biciclette dei primi ed esplodono le grida e gli applausi del pubblico…

 

UN GRANDE APPLAUSO ALL'IMPEGNO 

Nel punto in cui mi trovavo la tappa era giunta a circa il 90° km e tra il gruppetto dei primi in fuga e il gruppo di fine corsa ci saranno stati più di 10 minuti.

Nel mezzo tanti piccoli gruppetti di inseguitori.

Non conoscevo nessuno ma lungo quel brevissimo tratto di salita ho applaudito ed incitato tutti e 176 i corridori che sono passati.

Come me ha fatto tutto il resto del pubblico.

Battere le mani è un gesto di affetto, di stima, di rispetto, di riconoscenza.

E’ stato come battere un’affettuosa pacca sulla spalla a ciascuno di loro…

BRAVI! FORZA! DAI! SPINGI! VAI! ANDIAMO!

sono solo alcune delle parole utilizzate per incitare quei ragazzi madidi di sudore, curvi sulla bicicletta lungo quella ripida salita…

Ho avuto la netta impressione in quel momento che non si stesse applaudendo al campione, ma si stesse elogiando l’impegno e rispettando la fatica, la perseveranza, il lavoro, il sudore…

E’ raro osservare nella vita di tutti i giorni che questo sia ancora un valore comunemente riconosciuto ed apprezzato…

 

FINE CORSA

Dopo tanti traguardi volanti, al traguardo di Corso Moncalieri è transitato per primo un inglese con qualche centinaio di metri di anticipo rispetto ai tre inseguitori con cui aveva pedalato per un centinaio di chilometri. Si è guardato dietro le spalle per ben tre volte, girando la testa da entrambe le parti, prima di smettere di pedalare ed alzare le mani al cielo…

Tutti gli altri 175 corridori sono arrivati dopo.

Le ammiraglie, le moto, le ambulanze, i meccanici, il soccorso alpino e tutto il resto dell’immensa carovana sono usciti prima del rettilineo finale e non hanno potuto tagliare il traguardo.

Dopo le interviste a caldo, la premiazione, le maglie pulite, la nuova maglia rosa, lo champagne e le ragazze la diretta TV si conclude.

I corridori si meritano una bella doccia ed una lauta cena…

Mentre è ancora in corso la premiazione della tappa lo staff del Giro è già in movimento per smontare cartelli, recuperare borracce gettate a terra, smontare e caricare sui camion transenne, striscioni, archi, mongolfiere, palchi, servizi...

A seguire anche loro si meritano una bella doccia ed una lauta cena…

E’ STATO BELLO: BRAVI TUTTI!

Dormite bene che DOMANI SI RICOMINCIA.

SARA' UN ALTRO GIORNO, UN ALTRO GIRO, la solita Italia!

GIRO torna presto dalle nostre parti: c’è tanto bisogno di te!

 

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