MIGRAZIONI DI PENSIONATI IN CERCA DEL PARADISO

L’idea di potersi “godere” la pensione prima di poter essere troppo anziani e “malandati” per godere in generale è un tema molto sentito da tutti coloro che possono ancora sperare di percepirne una e l’interesse recentemente suscitato da QUOTA 100 ne è la dimostrazione.

Il problema è che man mano che passano gli anni dall’introduzione del sistema di calcolo contributivo delle pensioni l’ammontare delle stesse tende progressivamente a ridursi rispetto a quello che hanno percepito le precedenti generazioni soprattutto per coloro che intendono ritirarsi dal lavoro non troppo in là con gli anni.

L’INPS, con l’invio delle famose buste arancioni, ha cercato di spiegare gli effetti del sistema contributivo proiettando all’età della pensione coloro che un lavoro ce l’avevano per dare loro l’ordine di grandezza di quello che avrebbero potuto percepire. Sensibilizzare i lavoratori in modo che potessero “organizzarsi” nel cercare di risparmiare e magari accantonare anche un piccola pensione integrativa su cui contare a partire dal fatidico giorno in cui potranno smettere di lavorare. Ho sentito però che da qualche tempo le buste non vengono più spedite (anche l’INPS cerca di contenere la spesa corrente), ma recentemente ci ha pensato l’Agenzia delle Entrate, pubblicando la Risoluzione 35 del 12/2/2019, a ricordare ai nostri aspiranti pensionati (quanto meno ad una parte di essi) come fare per incrementare il potere d’acquisto della loro rendita mensile.

Il tutto è partito dalla richiesta di chiarimenti avanzata sotto forma di interpello da un ex agente di commercio andato in pensione nel 2017 e contestualmente trasferitosi nel cuore del Portogallo. Ad appena un paio di ore di aereo dall’Italia il neo pensionato italiano ha trovato un Paese molto accogliente e generoso nei suoi confronti e di tutti coloro che si sono ritirati dal lavoro tanto da consentirgli di non pagare alcun genere di imposta sui redditi qualora intenda trasferire lì la propria residenza. Basta prendere in affitto una casetta a Lisbona, una capitale europea efficiente ed all’avanguardia che ha fatto enormi progressi in termini di servizi offerti oppure in riva al mare dell’Algarve o in mezzo alle ortensie ed ai surfisti delle isole Azzorre, iscriversi all’AIRE e risiederci effettivamente per almeno 183 giorni all’anno e la pensione erogata dall’INPS si rivaluta automaticamente di un bel po’ di punti percentuali in quanto esente da tassazione.

Attenzione però che in base alla formulazione del trattato contro le doppie imposizioni stipulato tra Italia e Portogallo (che ricalca la stragrande maggioranza di tali trattati redatti sulla base del modello OCSE) solo i titolari di pensioni diverse da quelle maturate mediante attività di lavoro dipendente possono godere di tale esenzione totale.

Le pensioni degli ex dipendenti continueranno infatti ad essere tassate esclusivamente in Italia anche se dovessero trasferire la propria residenza in Portogallo o in qualsiasi altro Paese.

Il fenomeno portoghese ha avuto così tanta risonanza che lo ha notato anche il nostro Legislatore e lo ha scopiazzato nella speranza di attrarre nel Bel Paese i pensionati benestanti del nord Europa, del nord America e magari anche di Cina, Australia e Giappone per compensare le emigrazioni non solo dei nostri ex agenti di commercio, ma anche di artigiani, professionisti, commercianti, giornalisti...

Con la Legge di Bilancio per il 2019 (L. 145/2018 art. 1 commi 273 e seguenti) è stato infatti introdotto il nuovo articolo 24 ter del TUIR dopo il 24 bis che un paio di anni fa aveva introdotto la tassazione IRPEF forfettaria di € 100.000 per i super ricchi che si fossero trasferiti stabilmente in Italia.

La nuova disposizione prevede che le persone fisiche, titolari di redditi da pensione erogati da soggetti esteri, che trasferiscono la propria residenza in uno dei comuni del Sud Italia (appartenenti al territorio delle regioni Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia) con popolazione non superiore a 20.000 abitanti, possono optare per l'assoggettamento dei redditi di qualunque categoria, percepiti da fonte estera o prodotti all'estero, ad un'imposta sostitutiva dell’IRPEF calcolata con una flat tax del 7%.

A questo bel regalo si aggiunge il fatto che per tali “signori” ospiti d’Italia non interessa monitorare i loro patrimoni detenuti all’estero (niente compilazione dell’RW) perché tanto si è deciso di esonerare da qualsiasi genere di tassazione gli immobili e le attività finanziarie che detengono nei loro paesi di origine (niente IVIE e niente IVAFE).

E’ curioso vedere come si stia modificando la percezione di ciò che valga veramente per il nostro Bel Paese ed in generale per il (sempre più) VECCHIO Continente.

Dopo aver fatto a gara per attrarre i super ricchi di tutto il mondo, ora si cerca di accaparrarsi il potere di spesa dei pensionati “buoni” mentre nel contempo si fa di tutto per arginare i flussi migratori di giovani, donne e bambini le cui uniche ricchezze derivano esclusivamente dalla loro tenera età e dall’entusiasmo di poter finalmente provare a vivere senza paura.

Chissà se un giorno, magari quando il costo della nostra spesa sanitaria sarà andato alle stelle per curare anziani soli, privi di parenti e famigliari, quando non ci saranno più lavoratori a sufficienza per pagare le pensioni degli italiani migrati in qualche Paese più conveniente, quando i nostri piccoli comuni, e non solo quelli del Sud, saranno sempre più desolati e spopolati forse scopriremo, un po’ come per i famosi dolci piemontesi alle nocciole, che i “BRUTTI” possono essere anche molto “BUONI” e riusciremo ad adottare “tecniche di pesca” un po’ più lungimiranti.

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