Dicono che il nostro cervello potrebbe essere paragonato ad una cipolla.
C’è uno strato più esterno lento e riflessivo, capace di elaborare ed interiorizzare una “lettera” alla volta di tutto ciò che di nuovo ci colpisce ed attraversa.
C’è poi uno strato più profondo caratterizzato da processi che leggono in modo rapido ed automatico l’intera parola, tanto da riuscire ad intuire, a volte, il senso dell’intera frase da questa dal semplice tono di voce di chi pronuncia la prima lettera. E’ una parte più antica, poco diplomatica ma molto efficace per la sopravvivenza.
C’è infine una piccolissima parte che controlla le abitudini che sono un po’ come il nostro pilota automatico. E’ la parte che ci fa risparmiare energie, funzione anch’essa importantissima per una lunga sopravvivenza, ma che, a volte, può farci sbagliare strada o peggio ancora andare a sbattere.
La magia sta nel fatto che tutti gli strati sono intimamente connessi fra loro e quindi normalmente riusciamo ad attivare quello più giusto a seconda di come gira il mondo attorno a noi.
Nel corso del venerdì e sabato appena trascorsi a Bologna mi è capitato di mettere duramente alla prova tutti gli strati della mia “cipolla”.
I due giorni dovevano essere teoricamente dedicati esclusivamente all’aggiornamento professionale avanzato di COFIP (professional storytelling e strumenti finanziari alternativi) e quindi naturalmente rivolti alla parte più propensa a comprendere e ad impratichirsi con alcuni evoluti strumenti di un dottore commercialista. Ma a questi stimoli, di per sé già sufficienti per stancarmi bene, ho aggiunto il desiderio/piacere di conoscere dal vivo due brave professioniste incrociate per caso su Linkedin, ed una terza altrettanto bella Persona che ci ha ospitato insieme al suo sponsor di vino, di scoprire qualche angolo originale del cuore di una città diversa dalla mia e di trascorrere un'affascinante serata in ostello a chiaccherare in inglese con giovanissimi provenienti da mezzo mondo.
Al mattino presto nei vicoli del centro storico, mentre con il mio smartphone ero alla ricerca del “mercato di mezzo”, mi è capitato invece di essere avvicinato da un personaggio che il mio strato più profondo ha identificato come pericoloso e mi ha costretto ad una vera e propria fuga in monopattino senza che questo abbia avuto il tempo di pronunciare una seconda parola.
Alla fine dei due giorni sono infine stato costretto ad attingere alla mia riserva di energie e per tornare a casa in autostrada ho inserito la “modalità pilota automatico”. Nonostante avessi impostato il navigatore e viaggiassi ad una velocità tale da venire regolarmente superato dai bus granturismo, allo svincolo di Piacenza sono riuscito ad andare dritto in direzione Milano senza nemmeno la possibile scusante della scarsa visibilità per nebbia o pioggia intensa.
Dopo il cuore della cipolla ed il cuore di Bologna veniamo ora al cuore di questa storia dedicata agli imprenditori ed alle imprese con particolare riferimento a quelle medio piccole, indicativamente ed atecnicamente considerate con valore della produzione compreso tra 1 e 30 Milioni ed almeno una decina di dipendenti.
In queste realtà dimensionali è raro potersi permettere un vero e proprio “CFO” e quindi il commercialista, in alcuni casi, potrebbe sostituirsi temporaneamente a tale figura e supportare l’imprenditore nella gestione strategica della finanza aziendale.
In alcuni casi (mi riprometto di approfondirli in un articolo dedicato) il commercialista nel suo ruolo di CFO temporaneo, ma di advisor continuativo, potrebbe suggerire all’imprenditore di sostituire alcune linee di credito bancario o eventualmente affiancare a queste l’emissione di uno o più MINI-BOND. L’emissione di questi titoli di debito, analoghe, per non dire uguali nella sostanza, alle tradizionali obbligazioni delle società per azioni, è stata consentita anche alle SRL con la riforma del diritto societario del 2003, ma solo negli ultimi anni si è creata la cultura e la convenienza, anche grazie ad alcuni incentivi fiscali per emittente e sottoscrittori, per poterli concretamente collocare sul mercato degli investitori professionali e/o qualificati.
Anche in questo caso per consigliare bene l’impresa è fondamentale conoscersi bene a vicenda, ma soprattutto è necessario che l’imprenditore abbia ben chiaro dove vuole andare e le conseguenze in termini di impegno e trasparenza verso il mercato derivanti da un’emissione del genere (auspicabilmente quotata sui mercati regolamentati) per concentrare attenzione, risorse ed energie nel momento giusto e per il tempo necessario.
In quest’ultima affermazione è condensato il significato del titolo di questa storia che richiama le teorie del cronotipo circa l’importanza di CONOSCERSI BENE PER SCEGLIERE IL MOMENTO GIUSTO PER FARE LE COSE e la “tecnica del pomodoro” che ho scoperto, sempre a Bologna e grazie a Chiara Battaglioni, essere un metodo per concentrare attenzione ed energie. Le tecniche valgono per le Persone, ma le Aziende sono fatte di Persone per le Persone.