Per FARE l’Albero ci vuole IL seme…

Con un paio di versi tratti dalla canzone scritta da Gianni Rodari e messa in musica da Sergio Endrigo, in queste ultime settimane un bel numero di biglietti ha raggiunto la casa di clienti, fornitori, collaboratori, amici e di alcune Persone incontrate a vario titolo e nei modi più disparati, a volte anche solo virtualmente, nel corso di quest’anno che ci hanno lasciato qualcosa ed alle quali ci faceva piacere regalare un’emozione da toccare con mano sebbene anche solo per un attimo…

Ancora una volta si parte da lontano…più passano gli anni e più mi sembra che molto del nostro presente sia fortemente condizionato da un passato che sovente è così remoto da essere sprofondato nell’inconscio…

Nei primi anni di scuola elementare ci avevano fatto fare un esperimento che all’epoca mi aveva entusiasmato: avevamo osservato come un semplice fagiolo messo in un bicchiere pieno di cotone si potesse trasformare in radici bianchissime e foglioline dal verde brillante semplicemente con l’aggiunta di un po’ di acqua e con l’aiuto della luce e del calore che filtrava dalla finestra sopra il davanzale. L’epilogo di quell’esperienza fu però piuttosto triste perché una mattina entrando in classe non trovammo più nessuna delle nostre piantine di fagiolo in fila sul davanzale. L’esperimento era perfettamente riuscito e la maestra aveva fatto pulizia. A posteriori, per consolarci, ci disse che il fagiolo aveva fatto del suo meglio, ma aveva finito le energie e non si sarebbe potuti andare oltre, anzi,  le foglioline da verdissime che erano avrebbero incominciato ad ingiallire ed il batuffolo di cotone avrebbe iniziato a marcire e maleodorare.

A distanza di tanto tempo quest’anno anche nostra figlia ha ripetuto analogo esperimento alla scuola materna. Lei ed i suoi compagni hanno però avuto la fortuna di seminare e trapiantare zucchini, insalata e ravanelli in piccolo fazzoletto di terra abilmente preparato da qualche nonno giardiniere. Il risultato è stato che i bimbi dopo essersi presi cura per diversi mesi delle loro piantine prima delle vacanze estive sono anche riusciti a raccogliere i frutti di quello che avevano seminato e ce li hanno portati a casa orgogliosi del loro impegno e felici della magia che la natura aveva regalato loro.

Sempre quest’anno anch’io mi sono nuovamente entusiasmato nel posare alcuni minuscoli semi di basilico in un cubetto di lana di roccia compressa. Questa volta però lo stupore e l’ammirazione si è concentrato sull’evoluzione delle tecniche idroponiche e delle conoscenze umane che hanno fatto sì che, a differenza del fagiolo, da quei semi abbia potuto raccogliere, in tempi eccezionalmente rapidi, profumatissime foglie di basilico senza che queste avessero mai toccato terra e mai visto ne sentito rispettivamente la luce ed il calore di un raggio di sole.

A maggio, in occasione del compleanno di un “giovane”, imprenditore, cliente, amico con i controfiocchi, mi sono divertito a vedere la sua reazione nello scartare un regalo composto da un bell’assortimento di semi di fiori ed ortaggi colorati. Il biglietto lo esortava e gli augurava di iniziare quanto prima a “divertirsi” con una nuova esperienza di cui prendersi cura. Non sono sicuro che abbia compreso i molteplici significati di quel semplice pensiero, ne tanto meno notato la distribuzione dei tempi consigliati per la semina in modo da avere un orto sempre ricco e variegato, ovviamente compatibilmente con le stagioni. Nonostante per lui e la loro impresa sia piena estate io non mollo e continuo a lavorarci su modificando storie e parole per fare in modo che quando arriverà l’inverno ci sia già qualche seme ben selezionato che scalpita sotto la neve…

Ricorderò il 2018 anche per le parole che Brunello Cucinelli ha donato ad una platea di giovani artigiani che si sono ritrovati a discutere di futuro, sostenibilità e benessere delle proprie aziende al “Talent Garden” di Milano (il caso vuole che ci fosse di mezzo un “giardino” anche lì!).  Al nostro futuro questo grande imprenditore ha dedicato parole semplici, ma cariche di fiducia e serenità.

“Bisogna lavorare con garbo, cura, educazione, rispetto e soprattutto...con il sorriso. Così siamo noi italiani: creativi e gioviali, anche un po' giocherelloni, ci amano per questo! Ormai, iperconnessi, nessuno sorride più guardandosi negli occhi”

Mi ha anche molto colpito il suo invito generalizzato a NON AVERE PAURA ed a tornare a passeggiare nei boschi

A Natale le giornate hanno già ripreso ad essere più lunghe e luminose: cerchiamo di viverle bene!

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