PER IL VERSO GIUSTO

Sono passate 3 settimane dal primo taglio dell’erba del parco di San Vito, ma questi ultimi dieci giorni di aprile sono stati particolarmente caldi e, con un po’ di sorpresa, sabato mattina ho trovato i prati ben più “alti” e meno teneri del previsto. Il fatto non mi preoccupa e penso che la difficoltà di taglio derivante dall’altezza elevata potrà essere facilmente compensata da un terreno particolarmente asciutto. Sono però costretto nuovamente a ricredermi perché, entrando con il trattore nel primo “fazzoletto” di terra mi accorgo, vedendo che il nero delle ruote si fa lucido ed intenso, che l’erba è più umida di quanto avessi immaginato.

Con il passare delle ore asciugherà…diamoci da fare! Imposto il medesimo rapporto di marcia e lo stesso regime di giri del motore e quindi delle lame del rasaerba della volta precedente ed inizio a percorrere il prato per la sua lunghezza. Arrivato al fondo, senza mai arrestare il mio fido compagno a 4 ruote motrici, giro di 180° e torno in parallelo rispetto alla prima passata che osservo attentamente per giudicarne il risultato: dovessi dare un voto non andrei oltre il 6 meno meno…oltre ad esserci uno strato piuttosto consistente e grossolano di sfalcio di risulta, ci sono anche diversi punti in cui l’erba, piegandosi al contatto con la carena del rasaerba, è stata esclusivamente spuntata dalle sue lame e pertanto dopo il passaggio ha rialzato la testa facendo effetto cresta di gallo! Decido quindi di scalare una marcia e ridurre la velocità a quella di una veloce tartaruga, ma il risultato non cambia in modo significativo e così torno all’andatura originaria ipotizzando di fare un secondo passaggio nel verso opposto alla prima passata dove l’effetto cresta di gallo risultati particolarmente accentuato e fastidioso. La giornata prosegue con qualche ulteriore difficoltà: un tronco si è incastrato tra 2 lame bloccanodole, l’urto con una pietra ha piegato un pezzo di carena, ho perso una delle 4 ruote del rasaerba (che per fortuna ho poi ritrovato, ma senza riuscire ad aggiustarla), nonostante la rete di protezione della maschera mi sono riempito più volte la faccia e gli occhi di terra colpendo inavvertitamente con il decespugliatore una delle tante montagnole lasciate dalle talpe nel fare i loro cunicoli…

Quando Maya e la mamma sono venute a trovarmi cogliendo l’occasione per fare una merenda picnic nel prato appena tagliato ogni fatica e tutte le difficoltà incontrate sono improvvisamente state ricompensate dallo sguardo incuriosito di nostra figlia che seguiva attenta ed ammirata ogni centimetro di mio rumoroso e polveroso movimento.

Questo sabato ho finito tardi di lavorare: il sole stava già avvicinandosi alle montagne per andarsi a nascondere e la spia della riserva del gasolio mi faceva l’occhiolino come per dirmi che era proprio ora di smettere!

Il risultato alla fine è arrivato, forse non uno dei migliori, ma ce l’ho messa tutta perché le cose andassero per il verso giusto.

Dopo questa parentesi di sano lavoro fisico, torneremo alla redazione di un nuovo bilancio cercando di prenderlo, come l’erba, per il verso giusto già sapendo che, per quanto possa aver affilato bene le mie lame, qualche numero non quadrerà e/o uno dei principali Soci tra cui l’Erario mi darà del filo da torcere e così, per cercare comunque di fare un lavoro ben fatto, impiegherò facilmente più tempo del previsto, rischiando di arrivare ancora una volta tardi per cena.

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