Ci vogliono 10, 20 o più di 30 minuti per arrivare in fondo alla strada che si vede nella foto?
Perché ciascuno possa provare a dare una risposta ragionevole e poi confrontarla con il tempo che personalmente ho impiegato in un tardo pomeriggio d’estate aggiungo qualche informazione. La strada si percorre in discesa su una bicicletta da montagna piuttosto vecchia, ma già con i freni a disco ed un rudimentale ammortizzatore anteriore. Lo sterrato è piuttosto ripido e sconnesso nella prima parte, si addolcisce e velocizza successivamente, ma ci sono due mandrie di mucche che pascolano sui pendii adiacenti. Non c’è traffico e non c’è l’intenzione di fermarsi a guardare ulteriormente il panorama perché sta per farsi buio ed a casa vi aspettano per cena.
Ai tempi della Scuola Militare Alpina ci avevano insegnato che per stimare i tempi di cammino dovevamo fidarci della cartina imparando ad interpretare bene le curve di livello e non dovevamo farci ingannare dall’eventuale percezione visiva della meta. Questa poteva apparirci più o meno lontana a seconda del nostro punto di partenza e soprattutto del nostro punto di osservazione per questioni di prospettiva. All’effetto visivo si poteva inoltre aggiungere un’alterazione provocata dalla nostra istintiva repulsione alla fatica che ci portava a sottovalutare enormemente lo sforzo e le difficoltà che si potevano incontrare in discesa. Così ci avevano istruito a tener conto che generalmente dall’alto in basso si stima corto e viceversa dal basso in alto si stima lungo.
Non sono sicuro che questa regola valga anche per una startup che voglia sviluppare una nuova idea di impresa, per un’azienda che abbia l’opportunità di acquisire o cedere un ramo industriale, per una PMI a ristretta base sociale che stia approcciando il passaggio generazionale, per un’impresa che vede di anno in anno ridursi i ricavi e che sente la necessità di modificare qualcosa del proprio modello di business. Sono però convinto che la bontà del metodo con cui si osserva la realtà, si immagina il futuro e si fanno le relative valutazioni possa far la differenza nell’essere più credibili, a seconda dei casi, verso i propri soci, nuovi investitori, i propri collaboratori, una banca finanziatrice, un nuovo partner strategico o semplicemente verso se stessi nell’acquisire maggiore consapevolezza.
Ciascun imprenditore e, con alcune sfumature, anche ciascun professionista, una volta individuata la meta verso cui tendere (attività già di per sé tutt’altro che semplice), in base alla propria esperienza e sensibilità normalmente riesce anche ad immaginare la strada da percorrere, a stimare modalità e tempi di esecuzione e magari anche a considerare gli imprevisti che potrebbero capitargli lungo il percorso al fine di prevenire ed evitare rallentamenti o impedimenti che nei casi più gravi potrebbero vanificare l’intero sforzo compiuto. Il problema è che, spesso, questo processo di valutazione dell’obiettivo e di messa a punto della strategia, può maturare in pochi minuti nella testa e nella pancia dell’imprenditore visionario senza che poi abbia la pazienza e gli strumenti per illustrare ad un terzo disposto a credergli tutti i perché che stanno dietro alla sua felice intuizione.
Questo fine settimana, con alcuni colleghi di COFIP, siamo nuovamente tornati in aula insieme al professor Alberto Mason per approfondire le tecniche e le metodologie utili a dare evidenza, in modo semplice e sintetico, proprio al processo che porta l’imprenditore (o il professionista) a mettere in relazione l’analisi dell’ambiente generale e del settore specifico in cui opera con le diverse risorse interne di cui dispone (umane, finanziarie, tecnologiche…).
Ho dedicato molto volentieri un po’ di tempo ad impratichirmi con questi strumenti perché sono convinto che tra i compiti del Dottore Commercialista, nella sua funzione di “medico di base” dell’imprenditore o di altro genere di professionisti, rientri a pieno titolo quello di aiutare i propri “pazienti” a cercare di mettere a fuoco se l’obiettivo che hanno individuato e la strategia che hanno imbastito per il futuro della propria attività siano non solo coerenti con i propri valori e la propria visione strategica, ma anche sostenibili economicamente e finanziariamente nel tempo in cui si è ipotizzato di raggiungerlo. In un’epoca in cui cresce la complessità del contesto in cui si opera, vengono stressati i tempi di esecuzione, si contraggono i margini di guadagno e quindi anche quelli di errore avere a disposizione un metodo e degli strumenti che ci aiutino a valutare la bontà delle decisioni prese o ancor meglio da prendere possa essere un’ottima opportunità per raggiungere la meta più velocemente e con minor sforzo, ma soprattutto prima che faccia buio.
A proposito: ho percorso quella discesa in bicicletta in circa 25 minuti, considerando però anche una decina di minuti per sostituire un camera d’aria forata tra i sassi del tratto più sconnesso e la necessità, forzata dal surriscaldamento eccessivo dei freni, di dover rallentare proprio nel tratto più veloce in cui pensavo di recuperare. Sono comunque arrivato a casa quando la pizza stava per essere sfornata!