E’ un gesto istintivo, primitivo che l’animale, specie se cacciatore, mette in pratica per non mollare la preda che, a sua volta, si dimena per cercare di liberarsi e sopravvivere.
Entrambi gli animali, preda e predatore, si danno un gran da fare in una prova di forza che potremmo considerare decisiva e conclusiva.
Stringere i denti assume dunque il significato di non mollare, di tenere duro più che mai perché quello è l’ultimo sforzo cui si è chiamati a fare per aspirare all’ambito boccone e potersi poi godere il meritato riposo.
A quanto pare questo istinto animalesco in me è molto accentuato ed i muscoli della mia mandibola, grazie a costanti e continui allenamenti notturni, hanno raggiunto livelli di preparazione da campionati mondiali!
Diversamente da tante altre persone che soffrono di bruxismo io non faccio rumore: non digrigno e non sbatto i denti. Mi limito a stringere forte e nessuno se ne accorge.
LA FRATTURA NELLA MANDIBOLA
Quella notte però, particolarmente calda della seconda metà di luglio, anche la mia mogliettina mi ha sentito. Brontolavo, bofonchiavo e forse ringhiavo pure.
Il giorno dopo era un giovedì e dalla prima colazione ho iniziato a percepire una marcata sensibilità all’ultimo molare, il settimo, visto che i denti del giudizio mi sono stati estratti appena sono spuntati ormai quasi 30 anni fa…
In pausa pranzo ho comprato un ottimo collutorio per denti sensibili, ma alla sera, dopo cena, la sensibilità si era trasformata in un dolore continuo con alcune fitte acute e prolungate. Con una bella dose di aspirina francese verso le due sono riuscito ad addormentarmi, beneficiando di un bel sonno profondo forse anche grazie a qualche grado in meno e ad un po’ d’aria.
Il giorno dopo chiedo al dentista, che ormai conosce almeno un terzo della travagliata storia della mia dentatura, di visitarmi perché temo che il fastidio non si possa curare semplicemente con il collutorio.
Mi riceve incastrandomi d’urgenza tra un paziente e l’altro. Le lastre non evidenziano nulla di particolare salvo ricordarci che quel dente è già stato devitalizzato in passato e quindi non è possibile che faccia male. La diagnosi è di “sospetta frattura radicolare”. Per evitare ulteriori sollecitazioni durante la masticazione o nella notte abbassa i punti di contatto e, nella speranza che il sospetto non sia fondato e che l’intervento sia sufficiente mi da appuntamento a settembre per fare una placchetta utile a salvaguardare denti e mandibola dal mio stringere forte.
Esco contento, subito sembra meglio, ma alla sera un leggero fastidio mi consiglia di prendere l’antidolorifico/antiinfiammatorio che mi ha prescritto.
LA TORTURA DEL FINE SETTIMANA
Il sabato mattina sono in ufficio dolorante per completare l’ennesimo bilancio sebbene ormai già fuori tempo massimo. Proseguo sofferente sino verso le 6 quando mi dirigo alla stazione per raggiungere le mie signore in montagna.
I circa 90 minuti di viaggio sono un calvario: è come se il mio dente percepisse ogni singola traversina che sosteneva le rotaie…il fresco dei 1700 metri è gradevole, ma la stessa quota è come se avesse accentuato la pressione sul mio dente e dopo una cena frugale praticamente ingoiata senza masticare non vedo l’ora di prendere la seconda dose di antidolorifico della giornata.
Domenica devo passare alla dose massima consentita ogni 8 ore, ma il sollievo dura sempre meno e per il resto del tempo rimango sdraiato in un continuo stato di tensione muscolare, emettendo gemiti e vere e proprie urla di dolore.
Decidiamo di tornare a Torino per andare al “pronto soccorso dentale” trovato su internet, ma quando telefoniamo scopriamo che la domenica è chiuso…non mi resta che sperare che lunedì il dentista mi possa ricevere quanto prima possibile. Mi da appuntamento alle 18, lo supplico di anticipare. Ci vediamo alle 15 dopo aver trascorso un paio d’ore chiuso e nascosto nel mio ufficio gemendo sdraiato sul medesimo tappeto su cui avevo giocato giornate intere da bambino.
Il bambino ora è un animale ferito.
Il dolore ormai prende l’intera mandibola, l’orecchio, la tempia e scende fino al petto, ma è tutto così infiammato che la tanto sospirata estrazione non può essere praticata.
Con un intervento che ha fatto sudare e patire anche medico e assistente si è potuto solo ridurre il dente ad un semplice moncone in modo che non abbia più la possibilità di essere toccato ed interromper così la tortura.
Per rendere l’idea è un po’ come avere un cuneo piantato dentro la frattura dell’osso che viene affondato ad ogni semplice sollecitazione.
A distanza di un una settimana di antibiotici e di una cura di antinfiammatori da cavallo finalmente sto un po’ meglio anche se l'osso è rimasto offeso ed io terrorizzato che l’infiammazione possa tornare e il dolore riprendere.
L'INSEGNAMENTO
Un tempo il mio corpo si limitava a portarmi l’influenza e a farmi venire la febbre dopo i primi 4 o 5 giorni di vacanza dopo che mi era calata la tensione e venuto meno l'effetto dell'adrenalina.
I segnali che mi ha dato negli ultimi due anni sono decisamente più forti.
Mi sta dicendo che devo rallentare o almeno cambiare qualcosa principalmente nell’affrontare questa professione o la vita in generale.
Devo ammettere che gli apprezzamenti e i riconoscimenti per quello che facciamo e come lavoriamo negli ultimi anni sono arrivati. Siamo cercati e coccolati dai clienti, apprezzati dai colleghi e dagli altri professionisti con cui abbiamo occasione di collaborare ed abbiamo persino ricevuto qualche timido gesto di stima o conforto da alcuni funzionari dell’Agenzia delle Entrate, di banche ed altri uffici.
Il mio corpo mi sta solo dicendo che bisogna lasciar correre un po’ di più, prendersela di meno…è meglio fare bene a lungo che fare benissimo per poco.
Ma come conciliare qualità e quantità per coloro che non sono delle macchine?
Mia madre mi ricordava quando ancora andavo a scuola che
è più utile un asino vivo che un dottore morto!
Dire qualche NO e far scappare qualche preda forse consentirà anche a noi di sopravvivere o addirittura di provare a vivere un po’ meglio…
Trovare continuamente i giusti equilibri è la vera impresa: in ogni ambito, vita compresa.
L’anno scorso l’urologo mi aveva consigliato di fare più passeggiate, il dentista quest’anno mi ha più semplicemente augurato BUONE VACANZE.