TRAM CARICO DI AUGURI IN ARRIVO

Anche quest'anno l’ispirazione per l'ormai tradizionale biglietto d’auguri natalizio è arrivata con largo anticipo.  E' capitata infatti una domenica pomeriggio di inizio primavera trascorsa in provincia di Cuneo alla scoperta del Museo Piemontese della Ferrovia.

In quell’occasione ci aveva fatto da guida un ragazzo appena ventenne che, con competenza e passione, ci aveva trasmesso tutto il suo entusiasmo nel raccontarci storie e aneddoti tecnici ed ingegneristici su vecchie locomotive e sui più recenti locomotori a trazione elettrica, sulle reti ferroviarie e sui sistemi di sicurezza e gestione del traffico su rotaia. Questo ragazzo aspirava a prendere la licenza da macchinista e stava studiando per il concorso indetto dalle Ferrovie dello Stato che ci sarebbe stato a breve distanza di tempo. Arrivava da Ciriè e quella domenica, al pari di tante altre, si era percorso un centinaio di chilometri per andare al museo di Savigliano ed altrettanti se ne sarebbe fatti per tornare: non gli ho chiesto esplicitamente, ma sono quasi certo che fosse un semplice volontario, al pari delle altre guide che però, a giudicare dal colore dei capelli, erano tutti in età da pensione e con buona probabilità tutti ex ferrovieri.

 

MOVIMENTO AD OGNI FERMATA

Il primo elemento di ispirazione è stato proprio quel ragazzo, la sua ambizione e la sua determinazione. In quel periodo era aumentata la mia sensibilità verso quei temi (giovani e meno giovani che desiderassero lavorare ed al tempo stesso imparare o imparare ancora e dare il loro contributo umano e valoriale all’ambiente di lavoro e a tutto quello che gli ruota attorno prima ancora di avere in contropartita) perché ero reduce da circa 2 mesi di ricerca e selezione di personale per il nostro Studio visto che a fine gennaio, per svariati motivi e una serie di coincidenze, ci siamo trovati, nell’arco di poche settimane, con 4 persone in meno delle 10 operative che eravamo.

Quest’anno sul nostro Tram (per dimensione e raggio d’azione non possiamo di certo essere paragonati ad una potente locomotiva o a un treno interregionale) sono saliti 4 nuovi collaboratori di diversa età e diversa esperienza, diverse aspettative e diverse esigenze. Uno di questi è sceso alla prima fermata, dopo essersi accorto di aver preso il tram sbagliato, gli altri invece per il momento proseguono il viaggio e noi siamo super contenti.

Un discorso analogo lo potremmo fare con riferimento ai clienti: società che si costituiscono, nuove professioni che si avviano ed i cui promotori salgono sul nostro Tram ed altre realtà (per noi più o meno storiche) che chiudono, vengono proprio meno o in altri casi hanno semplicemente necessità di cambiare strada e quindi prendono un altro tram o ambiscono a cambiare velocità e quindi intendono salire su un vero e proprio treno, magari una freccia che va diretta a destinazione senza più fermate.

Quest'anno il turnover, il movimento e il cambiamento, sebbene per loro natura fisiologici ad ogni fermata, sono stati più marcati ed evidenti di sempre. Non so se anche questo fenomeno sia imputabile agli effetti della Pandemia o, meglio, del post pandemia, ma siamo fiduciosi che fra un po’ di tempo, voltandoci indietro ad osservare, avremo modo di capire se il 2022 sia stato un anno particolare o se invece non sia stato il primo di una serie in ragione di veri e propri cambiamenti socio economici strutturali.

Ogni fermata rallenta naturalmente il viaggio, ma al tempo stesso lo vivacizza e lo rende più interessante, curioso, vivo.

Contribuisce a dare senso al percorso tra un capolinea e l’altro.

Il maggior flusso di persone che salgono e scendono fa rallentare ulteriormente e comporta la necessità per il macchinista di prestare più attenzione e attenzioni verso i passeggeri, dosare con maggiore “gentilezza” la pressione sulle leve del freno e poi, ad ogni ripartenza, dell’acceleratore.

Per quanto possano essere attenti gli occhi e sensibili le mani del macchinista, i passeggeri devono comunque tenersi forte e metterci del loro, specie quando si alzano, si muovono o, se appena saliti, cercano un posto in cui accomodarsi dopo aver “bippato” il biglietto.

 

STRADE FERRATE

Il secondo elemento di ispirazione, maturato nel corso di un intero anno iniziato bene, ma presto travolto dagli effetti di una folle guerra, arriva dalle “ROTAIE”.

Quelle lunghe e continue “travi” di ferro appoggiate ed ancorate in modo solidale su un’interminabile serie di barre di legno costituiscono probabilmente l’origine etimologica della parola TRAM. Pare infatti che la parola sassone traam stesse proprio ad indicare delle robuste “travi” di legno.

La grande invenzione dell’ingegner Benjamin Outram, a cui si fa risalire alla fine del 1700 la realizzazione del primo prototipo di tranvia trainata da cavalli, è quella di aver ulteriormente diminuito gli attriti già minimi che una ruota poteva incontrare nel rotolare. Questo ha consentito che i medesimi cavalli riuscissero a muovere il doppio del peso riducendo in modo più che proporzionale i tempi e probabilmente anche i costi del trasporto.

Su rotaia anche la qualità, la sicurezza e la velocità del trasporto su rotaia crescono esponenzialmente: niente più buche, polvere, pozzanghere, fango, neve, ghiaccio a rendere insidioso e faticoso il viaggio.

Ogni volta che accompagnavo il buon Pino (persona che per me è stato un vero e proprio "maestro di vita") a sistemare le strade sterrate che portavano alle nostre case ed ai suoi campi era solito ripetermi, mentre riempiva una buca o ripuliva un canale di scolo, che erano le strade e non le auto a trasportare i carichi e le persone.

Da bambino non capivo bene cosa intendesse dire quell’uomo nato nel 1918 che aveva materialmente contribuito a costruire e mantenere mulattiere e strade con pala e piccone, dovuto spingere carriole pesantissime e accompagnare a piedi per decine di chilometri il suo cavallo che trainava il carro per andare a vendere la frutta e la verdura mercato di Porta Palazzo.

Ho capito al volo quando sono cresciuto a sufficienza per iniziare a spingere una carriola anch’io.

Ed ecco che, grazie all’esperienza e alla fatica di Pino ed all’ingegno di Outram, scopriamo che le strade sono importanti per consentire a tutti di viaggiare comodi, veloci ed in sicurezza e non solo a chi può permettersi l’ultimo modello di auto GT (Gran Turismo o Gran Torino?!)…

 

Non ci resta che concludere l’anno guardando ancora una volta in avanti con fiducia ed ottimismo, augurando ad imprese, famiglie ed istituzioni e a tutti noi dello Studio Fabbro Martini

una ripartenza priva di attriti

per il 2023 e per quanti più anni possibile in futuro!

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